Grand Tour de Tarentaise (GTT4) : traversée de la Vanoise de refuge en refuge

Linger on the lakeshore awhile and look up at the mountain peaks around you… Magnificent, aren’t they? Can you recognise Tignes’ three” Great Ladies”? You can make out the Grande Motte (3,653 metres), famous for its glacier (and incidentally the resort’s logo) and its neighbour the Grande Casse (3,855 metres) with its ridgeline and much more precipitous walls. And behind you, the Grande Sassière, France’s highest peak, is accessible in the summer with no need for climbing equipment: a hike that will take you 3,747 metres above sea level!

Station de 30 000 lits touristiques, Tignes est relié à Val d'Isère par remontées mécaniques depuis 1970. Contrairement à Val d'Isère la station de Tignes ne s'est pas construite autour de son village, à cause de la mise en eau du barrage qui a noyé son village originel en 1952.  La commune a choisi d'aménager entièrement une station à 2100m d'altitude. Créée de toute pièce, elle suit le modèle des stations "intégrées" qui se développe avec le "plan neige" dans les années 1960.

Frozen over in winter (you can cross it on foot!), Tignes’ natural lake turns itself into a playground in the summertime, ideal for sportspeople, families, fishermen and food lovers… On no account to be missed: Acroland, the watersports centre’s most mind-blowing facility! Equipped with wetsuit, helmet and lifejacket, thrill-seekers slide down the 7 hot-jumping tramps on their backs, bellies, bodyboards or inflatable buoys… before finally plunging into the lake. A refreshing spectacle indeed!

"Fra gli uccelli che frequentano le praterie alpine, il culbianco si riconosce in volo per la grande ""T"" rovesciata su fondo bianco all´estremità della coda. Questo insettivoro poco selvatico ci onora della sua presenza soltanto in estate, perché alla fine della bella stagione migra in Africa."

Giunti al colle di Palet, entrate nella zona regolamentata del Parco nazionale della Vanoise. Qui, potrete godere di una vista mozzafiato sulla faccia nord della Grande Casse, con il suo ghiacciaio sospeso. Punto culminante del massiccio della Vanoise (alt. 3855 m), questa faccia nerastra di 900 m è formata da calcare proveniente da depositi marini. Alla sua sinistra, la vetta della Grande-Motte e alla sua destra, la guglia dell´Épena.

Le col du Palet à 2652 m d'altitude est le point culminant du tour de la pointe de la Vallaisonnay. C'est un des points de passage facile entre les communes de Peisey-Nancroix, au nord, et de Tignes, au sud. A 10 minutes de marche vers l'ouest, on arrive au col de la Croix des Frêtes, qui permet de descendre vers Champagny-en-Vanoise. Ces passages aisés expliquent que le vallon de Champagny-le-Haut a été colonisé par le haut, l'accès par le bas étant barré par les gorges de la Pontille qui séparent Champagny-le-Bas, le chef-lieu, de Champagny-le-Haut. Du col du Palet, on a une belle vue sur la sommets de la chaîne frontalière avec l'Italie. Vers l'est, on voit notamment, de gauche à droite, la Grande Sassière (3747 m), la Tsanteleina (3601 m) et la grande Aiguille Rousse (3482 m). Au-delà de cette crête, se trouve le Parco nationale Gran Paradiso, avec lequel le Parc national de la Vanoise est jumelé depuis 1972.

Le col de la Croix des Frêtes, à 264 7m, sépare les communes de Peisey-Nancroix, à l'est, et celle de Champagny-en-Vanoise, à l'ouest. C'est le seul point de vue du tour de la pointe de la Vallaisonnay qui permet de voir les 2 plus hauts sommets du massif de la Vanoise. Le mont Pourri, au nord-est (3779 m), et la Grande Casse, au sud-ouest (3855 m). Les 2 sommets ont été conquis à la même époque, en 1860 pour la Grande Casse et 1861 pour le mont Pourri, par le guide Michel Croz et ses compagnons. La voie normale de la Grande Casse par le glacier des Grands Couloirs, qui domine Pralognan, est invisible. D'ici, on ne voit que l'austère face nord et son glacier suspendu.

Sulla sponda sinistra (nel senso della discesa) della valle della Glière, potrete distinguere una decina di ghiacciai, che resistono allo scioglimento grazie all´ombra protettiva delle montagne che li sovrastano. Ci sono ghiacciai di circo (Becca Motta, Nord de la Glière), di versante (Volnets, Troquairou), di valle (Epéna, Rosolin, Roche du Tougne), rigenerati (Pramort) e di calotta (Grande Motte). Nel complesso, occupano una superficie di 10 km2.

Contrariamente a Pralognan-la-Vanoise, gli alpinisti si sono interessati a Champagny-en-Vanoise molto più tardi, iniziando a scalare le cime dal versante più facile, cioè da Pralognan (Grande Casse, Épéna e Grande Glière). I settori nord sono stati esplorati successivamente: il piccolo settore nord della Grande Casse dai fratelli Puiseux nel 1887; il canalone dagli Italiani nel 1933; il settore nord dell´Epéna nel 1966. Bisognerà aspettare il XX secolo per gli altri celebri settori nord: Grandes Jorasses, Cervino ed Eiger.

La Grande Plagne e il suo chalet di Plan du Sel sono uno dei luoghi di produzione del Beaufort d´alpeggio. Il latte crudo e intero delle vacche di razza Tarina e Abondance è lavorato in una pasta pressata e cotta, da cui viene estratto almeno il 50% della materia grassa. La pasta viene poi colata in un cerchio con scalzo concavo, dove formerà una crosta naturale che si indurirà con la regolare spazzolatura. Ogni forma pesa da 30 a 60 kg, ha diametro di 40-60 cm e spessore di 12-16 cm. La Denominazione di Origine Protetta (DOP) impone condizioni di produzione molto severe, quale l´obbligo di usare il latte di uno stesso gregge due volte al giorno. Ma garantisce anche un´agricoltura di qualità in alta montagna, che è necessaria per mantenere i paesaggi della Vanoise... e rallegra il palato perché questo formaggio è semplicemente delizioso!

"Ogni estate, gli allevatori portano le loro vacche sull´alpeggio della Grande Plagne. Presso lo chalet di Plan du Sel (2250 m), il latte delle vacche Tarina e Abondance (le uniche due razze autorizzate per la produzione del DOP Beaufort) è trasformato in ""Beaufort d´alpage"" in 100 giorni. L´unico problema di questo alpeggio è l´approvvigionamento d´acqua. Nei periodi di siccità, l´acqua è prelevata a valle del rifugio della Glière e bisogna compiere innumerevoli tragitti per portare il corrispettivo di 1 tonnellata d´acqua allo chalet."

Magnifico domo glaciale, visibile dalla valle di Champagny le Haut, la Grande Motte domina la stazione sciistica di Tignes. Le teleferica della Grande Motte (3450 m) serve l´omonimo ghiacciaio, dove si pratica tutt´oggi sci estivo. Il pilone di questa teleferica, visibile lungo il percorso, si trova sul territorio comunale di Champagny-en-Vanoise. La STGM (Société des Téléphériques de la Grande Motte) versa un canone annuale al comune di Champagny-en-Vanoise.

Sopra il rifugio della Glière, scoprirete un´immensa cava di ghiaia. Nel 1818, i seracchi caduti dal ghiacciaio della valle hanno creato uno sbarramento di ghiaccio sul fiume Doron. L´acqua si è accumulata a monte, formando lentamente un lago di diversi metri di profondità. Il 15 giugno 1818, lo sbarramento si è rotto e la massa d´acqua liberata ha travolto la valle, trascinandosi dietro tutti i ponti fino a Moûtiers. Le sorgenti termali di Brides-les-Bains sono state riscoperte grazie alla colata torrenziale di detriti. Dopo questa calamità, è stato scavato un canale ad ovest del passaggio naturale del Doron.

Un tempo chalet d´alpeggio, con due cantine in prossimità, il rifugio della Glière è stato ampliato nel 2014 per offrire una sistemazione più confortevole ad un maggior numero di escursionisti e alpinisti. Il rifugio è accessibile ai disabili in carrozzina e custodito da metà giugno a metà settembre. Negli altri mesi dell´anno, il rifugio rimane aperto e i visitatori sono tenuti a lasciare la tariffa di soggiorno nel tronco d´albero previsto a tale effetto. In cambio, sono forniti coperte, gas, stoviglie, stufa e legna da ardere. Rispettate il rifugio e non dimenticate di lasciare il vostro contributo per permetterne la manutenzione.

"La morfologia delle montagne dipende dalla natura e dalla durezza della roccia. Il Grand Bec e la Pointe des Volnets sono formati da micascisto. L´Aiguille de la Grande Glière, denominata il ""Cervino della Vanoise"", è costituita da quarzite, una roccia molto dura. L´Épéna (la più alta falesia calcarea della Francia, con un dislivello verticale di 800 m) presenta una cresta sommitale molto affilata e frastagliata. La Grande Casse, formata da calcari scistosi neri, mostra un versante nord particolarmente eroso."

"Affioramento di micascisto levigato e striato dal passaggio dei ghiacciai quaternari (l´ultima grande glaciazione risale a oltre 10.000 anni fa). In quell´epoca i ghiacciai arrivavano fino a Lione e le grandi vallate erano coperte da più di 100 metri di ghiaccio (Grenoble). Gli inglesi chiamano queste rocce montonate ""rocce a dorso di balena"". Gli abitanti di Champagny-en-Vanoise le chiamano invece ""il dorso dell´elefante""."

"L´ontano verde (nel dialetto locale, ""arcosse"") cresce sul versante ubac (cioè il versante esposto a nord) prediligendo gli ambienti freschi. Questo arbusto ha la particolarità di piegarsi sotto il peso della neve senza spezzarsi. Per questo è presente anche nei canaloni. La foresta di ontani verdi che si trova fra il villaggio di Bois e il ghiacciaio di Épéna è la più grande d´Europa (7 km di lunghezza). Il legno di questo arbusto veniva utilizzato in passato per la cottura del Beaufort."

Animale emblematico delle praterie alpine, la marmotta ha quattro dita sulla zampa anteriore e cinque sulla zampa posteriore, proprio come lo scoiattolo. Vive con il nucleo famigliare in un territorio scelto, che gli adulti dominanti difendono strenuamente. La marmotta va in letargo per 6 mesi all´anno, periodo in cui usa le riserve di grasso accumulate durante l´estate e riduce al minimo la propria attività. La marmotta è presente lungo tutto l´itinerario, ma in particolare nei pressi della Cappella della Glière.

Laisonnay is the oldest and most remote hamlet. It was here that the first inhabitants (of Haute-Tarentaise) settled, after crossing the Palet Pass into the valley. It contains a dozen or so stone buildings with traditional stone slate and wooden shingle roofs and a renovated with smattering of more recent materials. Houses are grouped together in order to make use of the few locations not exposed to natural risks (avalanches, rock falls and flooding by the Doron). Notre Dame des Neiges Chapel downstream of the hamlet and the old oven upstream are both well worth a visit.

Take in the valley’s true magnificence from the Palet Pass, which provides you with views of some of the massif’s highest glaciers, with eight numbered marker posts located along the trail by the Vanoise National Park.The itinerary, which takes around 4 hours to complete, was created and waymarked by the Vanoise National Park. The accompanying booklet contains all the information you might need as you get better acquainted with mountain glaciers.On the itinerary: the Glière mountain hut (restaurant service and beds for the night), the high mountain pastures of the Plan du Sel and the secrets of Beaufort cheese production, and above all, no end of marmots!You can get a copy of the booklet at the Laisonnay Reception and Information Point.

Don’t miss out on a visit to the craft workshop run by Hélène and Patrick Milliat, wood carvers and the hamlet’s last year-round inhabitants.This picturesque hamlet used to be inhabited all year round and contains fine examples of the traditional rural architecture of bygone days. It's located between two avalanche corridors, beneath a rocky outcrop and protected by a “tourne” (deflecting structure), and the mountain dwellers’ resourcefulness has ensured the hamlet’s survival in its natural environment, respecting the setting and making use of all its attributes.The pretty little chapel of Notre-Dame-des-Grâces provides a panoramic view over the entire hamlet.

The Doron is formed by the meeting of several watercourses that find their sources in various mountain glaciers. It abounds in fario and brook trout to the general delight of anglers. The stream makes its way between the rocks, watering milieus where fauna and flora can flourish. Water is essential to life: a benefactor that can also be a destroyer.Over the course of time, the Doron de Champagny has suffered avalanches, landslides and storms, and its tributaries have overflowed, their waters destroying crops and houses alike. As far back as the Middle Ages, mountain dwellers used water’s mechanical power to operate their flourmills and sawmills, but it was not until the 19th century that humankind learned how to use water as a source of energy, with hydroelectricity, dams and so on. Even today, during strong storms, the inhabitants can see the Doron rise from its bed!

A trail with its full share of interpretive signage including anecdotes and games, enabling young and old alike to uncover the secrets of this unique valley and its characteristic flora, fauna and pastoral life. The trail is labelled “Promenade confort” (Comfort Walk) and is also suitable for people of reduced mobility and pushchairs, due to its very gentle slope and the picnic tables provided along the way, where you can take a well-earned relaxing break.Excursion time: 1½ hours (loop trail)Difference in elevation: 30 metres

In winter, this peaceful valley is the ideal site for Nordic skiing, dog sledding and skijoring, with a luging area for younger enthusiasts and ice climbing on a 24-metre-high artificial wall!

Aujourd’hui, les environs des Enclos du Seil sont couverts de fourrés d’aulnes verts et de forêts d’épicéas. Il n’en a pas toujours été ainsi. Les alpages de Champagny-en-Vanoise ont été déboisés dès le XIIème siècle à des fins pastorales et maintenus ouverts par l’élevage bovin. Cependant, dès les années 1960, l’économie agricole s’est amoindrie avec le développement industriel et touristique de la vallée. Les terrains agricoles, progressivement abandonnés, ont été colonisés par la forêt. En termes biologiques, cette évolution n’est pas inintéressante puisqu’elle peut aboutir à des milieux favorables à des espèces rares ou méconnues en France comme la chouette chevêchette, oiseau propre aux vieilles forêts, ou la buxbaumie verte, petite mousse saprophyte (se nourrissant de végétaux en décomposition) propre au bois mort d’épicéa.

"State attraversando una ""zona di combattimento""! Non temete, questo termine indica una zona in cui la foresta colonizza gradualmente le lande a rododendro. Questa fascia al margine superiore della foresta è l´habitat essenziale del fagiano di monte (Tetrao tetrix). Infatti, in questa area ristretta può nidificare (copertura semi-legnosa), allevare i piccoli (insetti, bacche e graminacee), nutrirsi in autunno (mirtilli) e persino in inverno (gemme di alberi), nonché realizzare le sue parate di corteggiamento. Vitto e alloggio"

L´alpeggio della Vuzelle è uno dei tre alpeggi comunali di Planay. In passato, riceveva una parte delle vacche da latte provenienti dai villaggi. Era anche il luogo di fabbricazione del formaggio nei mesi estivi. Oggi, questo alpeggio è visitato da un solo gregge di giovenche durante l´estate. Una particolarità di questi luoghi di montagna è che alcuni Comuni possiedono alpeggi in Comuni che si trovano ad altitudine superiore: ad esempio Planay possiede alcuni alpeggi di Ritort e Nants ha alcuni alpeggi di Pralognan-la-Vanoise.

Il licopodio alpino (Diaphastrum alpinum) è associato alle lande rase e aride e ai terreni brulli dove crescono le ericacee (brughiera). È una specie artico-alpina, originaria del nord Europa, come indica il suo aggettivo. Durante il riscaldamento climatico che è seguito all´ultima glaciazione, il licopodio alpino ha trovato rifugio nelle altitudini delle Alpi. Si tratta di una specie protetta in Francia. Eccetto in autunno, quando i suoi gambi riproduttivi di colore verde chiaro diventano visibili, è difficilmente riconoscibile da un non esperto.

"Vi trovate ora sul Col de Leschaux, che sovrasta l´eponimo precipizio del versante adret. Il termine ""leschaux"" deirva probabilmente dal pre-romano ""calmis"" che significa ""pascolo"", ""praterie"" o ""alpe"". "

"Ghiacciaio della Grande Casse e guglie della Glière"

Anche qui, si può osservare un evidente ritiro del fronte glaciale della Grande Casse. In corrispondenza della soglia dell´Ouille, potete osservare imponenti morene laterali che testimoniano l´antica presenza del ghiacciaio. Le morene sono ammassi di rocce di diverse dimensioni che il ghiaccio ha trasportato ai lati del ghiacciaio. Oggi il ghiacciaio è confinato alla parte a monte della valle, dove forma un circo glaciale fra la Pointe de la Petite Glière e l´Aiguille de l´Épéna, ai piedi del colle della Grande Casse.

"La Grande Casse, vetta massima della Vanoise (alt. 3855 m) segna lo spartiacque fra la Tarentaise e la Moriana. La sua cima è in parte ricoperta dal ghiacciaio di Grands Couloirs, che si allunga sulla faccia ovest verso Pralognan.Durante l´ultima glaciazione (il Würm, fra 125.000 anni fa e 11.500 anni fa), le lingue glaciali alpine si sono fermate a 30 km da Lione. Nelle ere successive, i ghiacciai hanno alternato fasi di avanzata e recessione in funzione del clima. Ad esempio, durante la Piccola era glaciale (fra il 1600 e il 1850 circa), le lingue glaciali sono avanzate considerevolmente. Oggi, assistiamo ad un netto ritiro del fronte dei ghiacciai, come potete osservare dal ghiacciaio sospeso dei Grands Couloirs. Sotto il fronte, si vede chiaramente lo spazio scoperto dal ghiacciaio (""fondo del ghiacciaio"")."

"Il primo rifugio risale al 1879 e ha operato fino all´inverno del 1898-1899, quando il tetto è stato sradicato da una tempesta di neve. Il rifugio Félix Faure (in omaggio al Presidente della Repubblica ed emerito alpinista) è stato inaugurato il 6 agosto 1902 e poi ampliato con strutture attigue nel 1974. Più recentemente, nel 2012-2013, il Club Alpin Français lo ha ristrutturato e quindi completato con un nuovo edificio. Dal 2000, ha preso il nome di ""Refuge du Col de la Vanoise""."

"Nel colle della Vanoise, sono stati costruiti 5 rifugi di cui il primo fra il 1876 e il 1879. Le sue rovine sono ancora visibili in prossimità del lago des Assiettes. Il secondo rifugio in pietra risale al 1902 e porta il nome del Presidente della Repubblica Félix Faure, passato alla storia anche per la sua scandalosa morte. Gli altri due edifici prefabbricati sono stati costruiti negli anni ´70. Nel 2000, il rifugio prende il nome di ""refuge du Col de la Vanoise"". Infine, il quinto rifugio viene inaugurato nel 2014 per sostituire i due prefabbricati. Appartengono al Club Alpin Français."

"Da via di passaggio commerciale, il colle della Vanoise si è trasformato nella base alpinistica della Grande Casse, vetta massima della Savoia. Dal 1878, si sono installati qui numerosi rifugi, fra cui il celebre Félix Faure, costruito dal Club Alpino Francese nel 1903 e completato nel 1974 con due prefabbricati classificati come ""patrimonio del XX secolo"" (oggi sostituiti). La trasformazione principale riguarda però lo scioglimento del ghiacciaio dei Grands Couloirs, e in particolare della lingua del 1935, che ha modificato l´itinerario storico del 1860, e della lingua del 1820-1830, come indica la presenza di morene laterali."

Situato lungo l´antica strada commerciale e turistica che collegava Pralognan a Termignon passando per il colle della Vanoise, il lago des Assiettes, sotto il colle e la guglia della Vanoise, si è completamente prosciugato nel 1995. La pianificazione attuale si prefigge certamente di conservarne le tracce, ma la perdita di un pittoresco riflesso di cielo è la perdita di un biotopo, elemento vitale della diversità ecologica.

"Circa 10.500 anni fa, la lingua del ghiacciaio di Grands Couloirs/Réchasse, che scorreva in direzione del vallone dell´Arcelin, si è fermata a livello del lago des Assiettes. Qui ha formato un lago di sbarramento morenico in corrispondenza di una soglia calcarea. Durante la Piccola era glaciale, il lago des Assiettes era ostruito da un ""tappo"" glaciale sotterraneo e indipendente. Secondo Bravard e Marnezy (1981), questa sbarramento era in grado di resistere gran parte della stagione estiva e probabilmente tutto l´anno a beneficio dei periodi di piene glaciali (1550-1650, 1700-1780, 1820 -1860).Oggi, il lago sta morendo a causa dell´interramento. Infatti, il lago si è riempito dei depositi alluvionali erosi a monte (ciottoli, ghiaia, argilla, ecc.) e trasportati dai torrenti. Questi sono diventati il terreno di crescita di specie vegetali pioniere, come la linaria alpina e il silene acaulis."

"Il rifugio della Valette è composto da 3 chalet in stile ""Chaloin"", dal nome dell´impresa edile. A partire dal 1968, il Parco ha installato questo tipo di costruzione in 9 siti. Con un minimo di preparazione (costruzione in sito delle longherine e di uno zoccolo con blocchetti in calcestruzzo), il rifugio è stato completato in solo 3 settimane (pentole, stoviglie e biancheria inclusi!) A sud-est del rifugio della Valette, sotto Pic de la Vieille Femme, potete osservare le rovine dell´antico rifugio, che risale al 1899. Al primo inverno, il tetto della costruzione venne strappato da una tempesta. Così il rifugio poté aprire solo alla fine dell´estate del 1900. Comprendeva quattro ambienti: al piano terra, una stanza per il guardiano e una stalla per i muli; al primo piano, due stanze con letti di campo per i turisti."

"Sollevando lo sguardo, potrete ammirare il margine della calotta glaciale dei ghiacciai della Vanoise. Con una lunghezza di circa 13 km, questa è la più grande calotta glaciale dell´Europa continentale. È formata da una successione di domi che culminano con Dôme de l´Arpont (3599 m). Questa immensa distesa di ghiaccio è stata denominata ""deserto bianco"" o ""piccolo artico"" da Roger Frison-Roche. Alimenta numerosi torrenti che sono designati dal termine ""Nants"" e sono visibili nell´omonimo circo."

"Durante la stagione riproduttiva, i maschi di fagiano di monte esibiscono la loro bella livrea nera, che contrasta vistosamente con i bargigli rossi e le piume caudali a forma di lira. Sulla ""piazza del canto"", i maschi cercano di impressionare e attirare le femmine. Le femmine si guardano intorno, appollaiate a terra. Il canto è una successione di strofe composte da grida gutturali e fischi. Lo potete ascoltare da fine aprile a fine maggio."

"Il merlo acquaiolo è un piccolo uccello bruno e nero con il petto bianco, che vive tutto l´anno lungo i corsi d´acqua, come il Doron de Chavière. Si nutre di larve di insetti, molluschi e uova di pesce, che pesca sott´acqua. Questo uccellino è capace di immergersi, nuotare e persino camminare sott´acqua! È molto vivace e difende attivamente il ""suo"" tratto di torrente."

"Il codirosso spazzacamino, un uccello molto diffuso nella Vanoise, ha piumaggio nero, testa grigia, coda e petto rossi. È un uccello vivace e nervoso, che ha l´abitudine di agitare la coda a scatti. In primavera, canta per lunghi periodi dalla cima dei tetti o da una staccionata. Il suo canto, la postura e il movimento della coda indicano chiaramente agli altri maschi: ""Proprietà privata, vietato entrare! "". Il canto del codirosso spazzacamino, intercalato da tintinnii più secchi è facile da riconoscere."

"A lato del rifugio di Roc de la Pêche, potrete osservare le vestigia di un forno da calce. Come si ottiene il prodotto finale, ossia la calce spenta: cuocere il calcare a oltre 1000 °C per ottenere l´ossido di calcio (o ""calce viva""), cui si aggiunge acqua. La calce è usato come legante nell´edilizia e per intonacare gli edifici. In alpeggio, le case sono costruite generalmente con pietre a secco (senza malta) o usando la terra come legante."