Tour della Vallaisonnay in 2 giorni

Take in the valley’s true magnificence from the Palet Pass, which provides you with views of some of the massif’s highest glaciers, with eight numbered marker posts located along the trail by the Vanoise National Park.The itinerary, which takes around 4 hours to complete, was created and waymarked by the Vanoise National Park. The accompanying booklet contains all the information you might need as you get better acquainted with mountain glaciers.On the itinerary: the Glière mountain hut (restaurant service and beds for the night), the high mountain pastures of the Plan du Sel and the secrets of Beaufort cheese production, and above all, no end of marmots!You can get a copy of the booklet at the Laisonnay Reception and Information Point.

Nulla è più rinfrescante che iniziare l´escursione con gli spruzzi della cascata del Py e i suoi 80 metri di altezza! Da qui, seguite l´omonimo torrente per tutta la salita, in direzione del rifugio di Plaisance. In montagna, la portata dei torrenti può cambiare drasticamente! In primavera, le acque di scioglimento scendono a valle impetuose, mentre in autunno il flusso rallenta. Anche il colore dell´acqua è mutevole: un violento temporale estivo può trasformare rapidamente l´acqua più cristallina in fango scuro! Un secolo fa, si poteva passare fra la caduta d´acqua e la parete rocciosa senza bagnarsi. Oggi questo è impensabile e dimostra la forza erosiva del ruscello del Py.

"I due chalet in stile ""Chaloin"" del rifugio di Plaisance sono stati costruiti per iniziativa del Parco nazionale della Vanoise. Per ben due volte hanno subito le calamità dell´inverno: nel febbraio del 1999, una forte valanga ha trascinato lo chalet dormitorio (che pesa una decina di tonnellate!) contro l´edificio che ospita la sala ristorante. Nel gennaio del 2004, il tetto dello stesso chalet è stato danneggiato da una tempesta. La vita è dura in inverno per i rifugi di alta quota!"

Più acqua nel lago, che spettacolo meraviglioso! Questa immensa distesa occupa lo spazio di un antico ghiacciaio prosciugato. Osservando con attenzione potreste vedere una piccola pianta protetta: la carex bicolore. Questa piccola graminacea si distingue per le sue spighette bicolore: pistacchio e cioccolato. Come per tutte le specie rare della Vanoise, gli operatori del Parco mappano e monitorano la sua presenza sul territorio. La carex bicolore è molto meno spettacolare della stella alpina, che potrete ammirare nei pressi del lago. Pur non essendo una specie protetta, non la cogliete! È strettamente vietato raccogliere qualsiasi tipo di flora nel cuore del Parco e soprattutto... lasciate che gli altri visitatori possano ammirare la stella delle nevi.

Da Col de la Grassaz, potrete ammirare la vetta più alta della Vanoise, la Grande Casse (3855 m). Il primo a scalare la Grande Casse è stato l´alpinista britannico William Mathews insieme alle guide Michel Croz ed Étienne Favre, l´8 agosto 1860. Il suggestivo versante di fronte a voi, con il suo ghiacciaio sospeso, è però la faccia nord della montagna, molto più difficile da conquistare. La prima scalata della faccia nord-nord-ovest della Grande Casse è stata realizzata da Victor Puiseux, insieme al figlio Pierre Puiseux, Amédée Crochet e Joseph Amiez.

Sulla sponda sinistra (nel senso della discesa) della valle della Glière, potrete distinguere una decina di ghiacciai, che resistono allo scioglimento grazie all´ombra protettiva delle montagne che li sovrastano. Ci sono ghiacciai di circo (Becca Motta, Nord de la Glière), di versante (Volnets, Troquairou), di valle (Epéna, Rosolin, Roche du Tougne), rigenerati (Pramort) e di calotta (Grande Motte). Nel complesso, occupano una superficie di 10 km2.

Contrariamente a Pralognan-la-Vanoise, gli alpinisti si sono interessati a Champagny-en-Vanoise molto più tardi, iniziando a scalare le cime dal versante più facile, cioè da Pralognan (Grande Casse, Épéna e Grande Glière). I settori nord sono stati esplorati successivamente: il piccolo settore nord della Grande Casse dai fratelli Puiseux nel 1887; il canalone dagli Italiani nel 1933; il settore nord dell´Epéna nel 1966. Bisognerà aspettare il XX secolo per gli altri celebri settori nord: Grandes Jorasses, Cervino ed Eiger.

La Grande Plagne e il suo chalet di Plan du Sel sono uno dei luoghi di produzione del Beaufort d´alpeggio. Il latte crudo e intero delle vacche di razza Tarina e Abondance è lavorato in una pasta pressata e cotta, da cui viene estratto almeno il 50% della materia grassa. La pasta viene poi colata in un cerchio con scalzo concavo, dove formerà una crosta naturale che si indurirà con la regolare spazzolatura. Ogni forma pesa da 30 a 60 kg, ha diametro di 40-60 cm e spessore di 12-16 cm. La Denominazione di Origine Protetta (DOP) impone condizioni di produzione molto severe, quale l´obbligo di usare il latte di uno stesso gregge due volte al giorno. Ma garantisce anche un´agricoltura di qualità in alta montagna, che è necessaria per mantenere i paesaggi della Vanoise... e rallegra il palato perché questo formaggio è semplicemente delizioso!

"Ogni estate, gli allevatori portano le loro vacche sull´alpeggio della Grande Plagne. Presso lo chalet di Plan du Sel (2250 m), il latte delle vacche Tarina e Abondance (le uniche due razze autorizzate per la produzione del DOP Beaufort) è trasformato in ""Beaufort d´alpage"" in 100 giorni. L´unico problema di questo alpeggio è l´approvvigionamento d´acqua. Nei periodi di siccità, l´acqua è prelevata a valle del rifugio della Glière e bisogna compiere innumerevoli tragitti per portare il corrispettivo di 1 tonnellata d´acqua allo chalet."

Magnifico domo glaciale, visibile dalla valle di Champagny le Haut, la Grande Motte domina la stazione sciistica di Tignes. Le teleferica della Grande Motte (3450 m) serve l´omonimo ghiacciaio, dove si pratica tutt´oggi sci estivo. Il pilone di questa teleferica, visibile lungo il percorso, si trova sul territorio comunale di Champagny-en-Vanoise. La STGM (Société des Téléphériques de la Grande Motte) versa un canone annuale al comune di Champagny-en-Vanoise.

Sopra il rifugio della Glière, scoprirete un´immensa cava di ghiaia. Nel 1818, i seracchi caduti dal ghiacciaio della valle hanno creato uno sbarramento di ghiaccio sul fiume Doron. L´acqua si è accumulata a monte, formando lentamente un lago di diversi metri di profondità. Il 15 giugno 1818, lo sbarramento si è rotto e la massa d´acqua liberata ha travolto la valle, trascinandosi dietro tutti i ponti fino a Moûtiers. Le sorgenti termali di Brides-les-Bains sono state riscoperte grazie alla colata torrenziale di detriti. Dopo questa calamità, è stato scavato un canale ad ovest del passaggio naturale del Doron.

Un tempo chalet d´alpeggio, con due cantine in prossimità, il rifugio della Glière è stato ampliato nel 2014 per offrire una sistemazione più confortevole ad un maggior numero di escursionisti e alpinisti. Il rifugio è accessibile ai disabili in carrozzina e custodito da metà giugno a metà settembre. Negli altri mesi dell´anno, il rifugio rimane aperto e i visitatori sono tenuti a lasciare la tariffa di soggiorno nel tronco d´albero previsto a tale effetto. In cambio, sono forniti coperte, gas, stoviglie, stufa e legna da ardere. Rispettate il rifugio e non dimenticate di lasciare il vostro contributo per permetterne la manutenzione.

"La morfologia delle montagne dipende dalla natura e dalla durezza della roccia. Il Grand Bec e la Pointe des Volnets sono formati da micascisto. L´Aiguille de la Grande Glière, denominata il ""Cervino della Vanoise"", è costituita da quarzite, una roccia molto dura. L´Épéna (la più alta falesia calcarea della Francia, con un dislivello verticale di 800 m) presenta una cresta sommitale molto affilata e frastagliata. La Grande Casse, formata da calcari scistosi neri, mostra un versante nord particolarmente eroso."

"Affioramento di micascisto levigato e striato dal passaggio dei ghiacciai quaternari (l´ultima grande glaciazione risale a oltre 10.000 anni fa). In quell´epoca i ghiacciai arrivavano fino a Lione e le grandi vallate erano coperte da più di 100 metri di ghiaccio (Grenoble). Gli inglesi chiamano queste rocce montonate ""rocce a dorso di balena"". Gli abitanti di Champagny-en-Vanoise le chiamano invece ""il dorso dell´elefante""."

"L´ontano verde (nel dialetto locale, ""arcosse"") cresce sul versante ubac (cioè il versante esposto a nord) prediligendo gli ambienti freschi. Questo arbusto ha la particolarità di piegarsi sotto il peso della neve senza spezzarsi. Per questo è presente anche nei canaloni. La foresta di ontani verdi che si trova fra il villaggio di Bois e il ghiacciaio di Épéna è la più grande d´Europa (7 km di lunghezza). Il legno di questo arbusto veniva utilizzato in passato per la cottura del Beaufort."

Animale emblematico delle praterie alpine, la marmotta ha quattro dita sulla zampa anteriore e cinque sulla zampa posteriore, proprio come lo scoiattolo. Vive con il nucleo famigliare in un territorio scelto, che gli adulti dominanti difendono strenuamente. La marmotta va in letargo per 6 mesi all´anno, periodo in cui usa le riserve di grasso accumulate durante l´estate e riduce al minimo la propria attività. La marmotta è presente lungo tutto l´itinerario, ma in particolare nei pressi della Cappella della Glière.

Laisonnay is the oldest and most remote hamlet. It was here that the first inhabitants (of Haute-Tarentaise) settled, after crossing the Palet Pass into the valley. It contains a dozen or so stone buildings with traditional stone slate and wooden shingle roofs and a renovated with smattering of more recent materials. Houses are grouped together in order to make use of the few locations not exposed to natural risks (avalanches, rock falls and flooding by the Doron). Notre Dame des Neiges Chapel downstream of the hamlet and the old oven upstream are both well worth a visit.