
Questo toponimo indica un’area delimitata in cui le mandrie o le greggi portate in alpeggio trascorrono la notte e i momenti della ruminazione. La permanenza degli animali su queste superfici, talvolta molto estese, comporta un accumulo di deiezioni, che, nel tempo, ha l’effetto di selezionare le specie vegetali a favore delle sole capaci di sopravvivere in terreni molto ricchi di azoto, come l’ortica, lo spinacio selvatico e il rabarbaro alpino, che perpetuano la loro presenza grazie alla continua deposizione sul posto di una grande massa verde.