Ghiacciaio della Martin

A nord, oltre le vette che profilano la faccia destra del vallone del colle del Piccolo San Bernardo, si eleva un imponente massiccio glaciale. Il Monte Bianco, punto culminante delle Alpi con i suoi 4810 metri, domina il ripido versante italiano. Ghiacciai e pareti rocciose sbarrano l´orizzonte in un paesaggio grandioso, selvaggio e di difficile accesso. Questo è il dominio dell´altissima montagna.

Una figura tozza passa discretamente fra due alberi: becco robusto, piumaggio bruno e coda striata di bianco. Poi, dalla cima di una picea, la nocciolaia lancia il suo grido rauco, aspro e distorto. Questo corvide sedentario abita le foreste di conifere, dove si nutre essenzialmente dei semi degli alberi, che nasconde sotto terra durante l´autunno.

La picea è molto diffusa sul versante ubac, dominando le latifoglie che crescono nella fascia montana. Spesso confusa con l´abete, la picea si riconosce facilmente per le pigne che pendono dai rami e gli aghi disposti a ciuffetto intorno al rametto e pungenti al tatto (al contrario di quelli dell´abete che sono morbidi da toccare). A volte il tronco delle picea è forato dai picchi, che vi fanno il nido o cercano larve.

Sotto la protezione di Saint-Roch e della sua chiesa, il villaggio di Gurraz si rannicchia dietro un´antica morena, al riparo dalle temibili valanghe che investono talvolta il versante nord del massiccio del Mont Pourri, facendo tremare finestre e camini. Nel 1990, il villaggio è rimasto completamente isolato per quattro giorni. Vicoli stretti, case di pietra con balconi di legno aperti sui fienili e forni per il pane conferiscono un carattere autentico a questo villaggio alpino.

Dalla croce guardando a est, noterete il torrente fortemente incassato di Nant Cruet e, a fondovalle, la guglia della Grande Sassière che culmina a 3747 metri. La riva sinistra del torrente sul versante ubac (freddo e umido) è poco sfruttata dall´uomo. Per questo, è invasa dalla foresta. Invece, la riva destra sul versante adret testimonia l´intensa pratica agricola con i numerosi villaggi, i prati da sfalcio e gli alpeggi.

Se percorrete questo tratto del sentiero nei mesi di giugno e luglio, scrutate le falesie a monte: vedrete sicuramente i colori vivaci del giglio rosso. Questo fiore si riconosce facilmente per il suo lungo gambo angoloso (oltre 25 cm), che culmina con uno o più fiori di colore arancio brillante. Presente fino a 2200 m di altitudine, predilige i terreni rocciosi e soleggiati al suolo calcareo.

Questa passerella, composta da quattro strutture di legno con un peso di 600-700 kg, viene smontata ogni autunno e rimontata alla fine della primavera grazie all´intervento di un elicottero. La struttura facilita l´accesso dei visitatori nel cuore del Parco nazionale della Vanoise e permette di attraversare in modo sicuro il ruscello di Savinaz, invalicabile nel periodo delle forti correnti. La passerella è abbastanza grande da permettere il passaggio degli allevatori con le loro greggi di giovenche in direzione degli alpeggi.

"Da diversi decenni, l´agricoltura è in declino nel comune di Villaroger perché i suoi ripidi terreni sono poco propizi alla meccanizzazione. Gli alpeggi delle Trousses (detti ""i brutti prati"") e la loro zona superiore, che fa parte dell´alpeggio della Martin, ne sono un buon esempio. Questa in passato era una terra da fieno, mentre oggi l´agricoltura è mantenuta dalle greggi di capre e giovenche che contengono la diffusione dell´ontano verde sugli alpeggi."

Questo rifugio offre vitto e alloggio. È custodito da fine giugno a inizio settembre e rimane aperto il resto dell´anno in libera gestione. Prima di essere acquisito dal Parco nazionale della Vanoise nel 1972, era un antico chalet d´alpeggio, costruito con materiali locali nel 1932. Per una trentina d´anni, ha mantenuto vivo l´alpeggio della Martin ed è servito anche per la produzione di Beaufort, sérac e burro.

L´itinerario si conclude offrendo una vista eccezionale sui ghiacciai della Martin e della Savinaz. Via d´accesso al Dôme de la Sache (alt. 3601 m), questo itinerario è sempre meno popolare fra gli alpinisti a causa dell´accentuato ritiro dei ghiacciai, conseguenza del riscaldamento climatico, che favorisce l´apertura di crepacci e la caduta di massi. All´inizio degli anni ´80, le lingue glaciali arrivavano fino al sentiero che state percorrendo.